domenica 18 maggio 2014

Il sentiero virgiliano di Giulia M.

 È proprio in luoghi come il bosco che circonda la Cascina Forestina che ci rendiamo conto di quanto in realtà passato e presente siano vicini: quando ad esempio leggiamo la prima egloga di Virgilio, ci accorgiamo di come ciò che descrive lui sia visibile ancora oggi. Ovviamente i luoghi descritti da Virgilio, circostanti Mantova, non sono quelli che visitiamo noi oggi, ma possiamo notare quanto le sue parole e descrizioni siano valide tutt'ora. I due pastori protagonisti dell'Egloga, Melibeo e Titiro, stanno parlando del fatto che il primo deve abbandonare le proprie terre per recarsi in città mentre il secondo può continuare tranquillamente il proprio lavoro. Quando Melibeo dice 'Hìc intèr densàs | corylòs modo nàmque gemèllos, spèm gregis, àh, | silice ìn nudà | conìxa relìquit. Saèpe malum hòc nobìs, | si mèns non laèva fuìsset, dè caelò tactàs | meminì praedìcere quèrcus.' Dobbiamo concentrare la nostra attenzione su "densas corylos", cioè il denso nocciolo (indico il nocciolo) e su "dè caelò tactàs | meminì praedìcere quèrcus" cioè le querce fulminate dal cielo ci predissero ciò (indico la quercia). Noi oggi, come ho già sottolineato, non vediamo gli stessi alberi di Virgilio ma ne possiamo vedere altri che richiamano però gli avvenimenti raccontati da Virgilio. Possiamo affermare infatti confermando le parole di Virgilio che il nocciolo appare davvero denso e ricco di fogliame e se spostiamo la nostra attenzione sulla quercia di ben 250 anni che abbiamo osservato noteremo che in cima il ramo principale, quello che approssimativamente attorno ai 50 anni della pianta doveva invece essere il tronco centrale, appare reciso, fulminato. Si può notare come la pianta è poi sopravvissuta crescendo attorno al ramo reciso senza morire. Così possiamo vedere, come nella bucolica di Virgilio, una quercia che è stata fulminata, tenendo conto che quando si parla di predizione è perché nell'antica Roma quando una casa o un terreno o appunto un albero venivano fulminati si consideravano maledetti dagli dei che avevano quindi mandato un negativo segnale al proprietario del luogo: la quercia fulminata di Melibeo ne avrebbe dovuto predire la cacciata.

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