venerdì 23 maggio 2014

La roggia, l'Ontano Nero e il Viburno

La roggia è il classico corso d'acqua che si può trovare nelle campagne. Esse sono dei canali artificiali usati per irrigare i campi, alimentare mulini ad acqua o piccole centrali elettriche. È caratteristico della pianura padana ed è anche necessario per la sua sopravvivenza. Possono essere diramazioni di vie d'acqua principali oppure il proseguimento dei fontanili (corsi d'acqua artificiali che vengono fatti sgorgare dalle falde acquifere).























































L'Ontano Nero è un albero (è presente solo un tronco) e non un arbusto (i rami si ramificano dal tronco centrale a livello del terreno). Il nome deriva dal celtico e significa "vicino all'acqua" infatti si trova nei boschi umidi o vicino a corsi d'acqua (come le rogge). In media è alto intorno ai 10 metri ma può raggiungere anche i 25-30 cm, tuttavia difficilmente supera i 100 anni di età. Le foglie sono caduche, sparse e picciolate, col margine dentellato. Può essere confuso con il Nocciolo ma quest’ultimo ha una foglia più morbida ed è un arbusto.



Il Viburno (Viburnum) è un albero alto fino a 10 m e con arbusti che possono raggiungere i 5 m d’altezza. Ha il fogliame molto decorativo e un’abbondante fioritura, con fiori solitamente di colore bianco e grandi. Nella prima Bucolica Titiro, parlando con Melibeo, confronta Roma con Mantova utilizzando l’altezza dei Cipressi rispetto ai bassi Viburni; è una similitudine di un mondo (Roma) molto più grande rispetto al semplice ambiente pastorale; Virgilio vuole rappresentare la superiorità di Roma, indicata dal Cipresso, che si innalza fino al cielo, su Mantova, indicato dal Viburno.


   
                                                                                    Greta T., Federica S. e Caterina C.

mercoledì 21 maggio 2014

Pacciamatura e bosco giovane

La pacciamatura è un'operazione di gestione del bosco che serve per limitare la crescita di una determinata pianta infestante in questo caso il ciliegio tardivo. L''operazione  viene effettuata perchè la pianta in questione, il ciliegio, andando avanti negli anni potrebbe fare piazza pulita intorno a se. Si vuole quindi evitare una eccessiva espansione del ciliegio tardivo alloctono (che non fa parte dei boschi originari della pianura padana) perchè è molto infestante negli ambienti aperti e assolati e prevale sulle piante autoctone che invece si vogliono favorire. Prima di tutto vengono tagliate le piante, dopo che si raccolgono manualmente i rami più grossi e dopo una ulteriore pulitura con il rastrello vengono stesi sui ricacci del ciliegio dei teli neri su cui verranno posti i rami raccolti per evitare di far volare i teli.
Il bosco giovane è caratterizzato dalla presenza di alberi piccoli e giovani (lo si capisce osservando attentamente il tronco), dalla scarsa quantità di arbusti e dal fatto quindi che il suolo è di conseguenza meno coperto dai raggi del sole, e quindi la zona rimane più soleggiata. La minore ricchezza di alberi e arbusti è dovuta alla presenza invadente del ciliegio tardivo.

Fabio S. e Stefano M

VISITA ALL'INTERNO DEL BOSCO VECCHIO


Oggi la nostra classe (4°G) si è recata alla Cascina Forestina, situata a Cisliano ed appartenente al Parco Agricolo Sud Milano,per un'iniziativa organizzata dalla scuola. Durante la visita all'interno del bosco vecchio si è divertita ad imitare Virgilio nell'egloga 1, ovvero ad assegnare uno o più aggettivi ad ogni pianta, osservandolo attentamente nei minimi dettagli. Il bosco vecchio è caratterizzato dalla presenza di alberi grandi e vecchi e dall'abbondante quantità di arbusti. Questo è il risultato che è venuto fuori:
FARNIA----->complessa,sublime
ROBINIA-----> altezzosa,esile,mostruosa
NOCCIOLO-----> flessuoso
SAMBUCO-----> raffinato


La Farnia (Quercus robur)  : albero con una struttura complessa visto il suo fusto slanciato e resistente e i  continui cambiamenti nei rami che si aggrovigliano sempre di più col passar del tempo. Presenta un tronco possente. Questa complessità è importante dal punto di vista ecologico perché crea numerose nicchie che ospitano una ricca biodiversità di specie di insetti e uccelli.
E’ una pianta sublime perché la sua grandezza e imponenza ti lascia   senza fiato.

La Robinia (Robinia pseudoacacia) : pianta altezzosa visto che può raggiungere fino ai 25 metri d’altezza.
E’ una pianta esile e mostruosa poiché presenta un tronco alto e sottile con chiome rade.

Il Nocciolo( Corylus avellana): arbusto che può raggiungere massimo i 5 metri d’altezza ed ha una espansione della chioma decisamente superiore. E’ un arbusto flessuoso dato che i rami sono molto elastici.

Il Sambuco (Sambucus nigra ): arbusto che produce bacche nere-violacee, il legno è molto leggero e la corteccia presenta lenticelle.
E’ una pianta raffinata perchè produce infiorescenze composte da piccoli fiori biancastri.


Stefano M. e Giacomo D.

lunedì 19 maggio 2014

Coltivazione dei campi in cascina

Erba medica: coltura da foraggio, è una leguminosa come il trifoglio e il pisello. Ideale per ripristinare la quantità di azoto nei campi. E’ coltivato con la rotazione triennale delle colture, una  tecnica agricola che si è diffusa in varie zone d'Europa a partire dalla fine dell'Alto Medioevo e del x°secolo, che consiste nell’alternare leguminose, frumento e lasciare a maggese un campo, questo metodo consente al terreno di restare fertile e di garantire un maggiore ricavo dal raccolto.
L’erba medica, viene raccolta alla metà di maggio (maggengo), nel periodo di inizio della fioritura, viene fatta seccare ed è poi destinata al nutrimento per ovini e bovini.
Frumento: coltura a secco che può essere seminata sia alla fine dell’inverno sia in autunno, si mantiene autonomamente e per  crescere gli bastano solo le piogge, nella Cascina Forestina viene coltivato il grano tenero dal quale si ricava la farina, che viene usata per la produzione di pasta e pane ad uso dell’agriturismo o ceduta ai gruppi di acquisto attraverso la vendita diretta.
Si coltivano inoltre farro, grano saraceno e mais, quest’ultimo  in funzione della disponibilità d’acqua irrigua.


                                                                                             Andrea G. e Giacomo D.
Quali posti si potrebbero migliorare?
Arrivando quotidianamente con l'autobus alla Cascina e percorrendo quindi a piedi il sentiero che collega la fermata del bus Z551 con il punto di ritrovo non ho potuto non notare il canale che costeggia il sentiero. Mi è apparso spoglio e mal curato, in netto contrasto con i campi circostanti, dove ciò che viene coltivato appare così ordinato e uniforme. In alcuni punti al margine del canale la vegetazione risulta bassa e povera, in altri invece si possono osservare piante come un olmo, diverse robinie e alcune farnie. Tale contrasto, così netto, rischia di stonare. la mia proposta è quella di infoltire la vegetazione con l'inserimento di altre piante alte e arbusti così da rendere il tutto più omogeneo e fiabesco creando quindi una siepe alberata, simile ad altre che si possono ammirare all'interno della cascina, come ad esempio quella che costeggia il sentiero che conduce ai campi di grano, dove possiamo notare una fitta vegetazione, comprendente numerosi arbusti e anche un ontano nero.
Giulia M. e Samuele B.

domenica 18 maggio 2014

Il sentiero virgiliano di Giulia M.

 È proprio in luoghi come il bosco che circonda la Cascina Forestina che ci rendiamo conto di quanto in realtà passato e presente siano vicini: quando ad esempio leggiamo la prima egloga di Virgilio, ci accorgiamo di come ciò che descrive lui sia visibile ancora oggi. Ovviamente i luoghi descritti da Virgilio, circostanti Mantova, non sono quelli che visitiamo noi oggi, ma possiamo notare quanto le sue parole e descrizioni siano valide tutt'ora. I due pastori protagonisti dell'Egloga, Melibeo e Titiro, stanno parlando del fatto che il primo deve abbandonare le proprie terre per recarsi in città mentre il secondo può continuare tranquillamente il proprio lavoro. Quando Melibeo dice 'Hìc intèr densàs | corylòs modo nàmque gemèllos, spèm gregis, àh, | silice ìn nudà | conìxa relìquit. Saèpe malum hòc nobìs, | si mèns non laèva fuìsset, dè caelò tactàs | meminì praedìcere quèrcus.' Dobbiamo concentrare la nostra attenzione su "densas corylos", cioè il denso nocciolo (indico il nocciolo) e su "dè caelò tactàs | meminì praedìcere quèrcus" cioè le querce fulminate dal cielo ci predissero ciò (indico la quercia). Noi oggi, come ho già sottolineato, non vediamo gli stessi alberi di Virgilio ma ne possiamo vedere altri che richiamano però gli avvenimenti raccontati da Virgilio. Possiamo affermare infatti confermando le parole di Virgilio che il nocciolo appare davvero denso e ricco di fogliame e se spostiamo la nostra attenzione sulla quercia di ben 250 anni che abbiamo osservato noteremo che in cima il ramo principale, quello che approssimativamente attorno ai 50 anni della pianta doveva invece essere il tronco centrale, appare reciso, fulminato. Si può notare come la pianta è poi sopravvissuta crescendo attorno al ramo reciso senza morire. Così possiamo vedere, come nella bucolica di Virgilio, una quercia che è stata fulminata, tenendo conto che quando si parla di predizione è perché nell'antica Roma quando una casa o un terreno o appunto un albero venivano fulminati si consideravano maledetti dagli dei che avevano quindi mandato un negativo segnale al proprietario del luogo: la quercia fulminata di Melibeo ne avrebbe dovuto predire la cacciata.
Ecco alcune delle foto fatte in Cascina
Giulia M.                                               
   sanguisuga 
   scorpione d'acqua
   campo di grano tenero
    allevamenti di oche e galline